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lunedì, Luglio 24, 2017
Programmi

Orazio Tarditi (1602-1677)
Monaco Camaldolese – INEDITO

Vespro della Beata Vergine

“In Festo Annuntiationis B.V. Mariae”

Trascrizione a cura di Sergio Balestracci

  • Versus Deus in adiutorium meum intende
  • Responsum  Domine ad adiuvandum a 8 voci con violini
  • Antiphona Missus est
  • Psalmus 109 Dixit Dominus a 6 voci con violini
  • Motectum O Virgo benedicta a 2 soprani
  • Antiphona Ne timeas Maria
  • Psalmus 112 Laudate pueri a 3 voci con violini
  • Motectum Una est a 3 voci
  • Antiphona Gabriel Angelus
  • Psalmus 121 Laetatus sum a 8 voci
  • Motectum Ave clementissima Maria a 3 voci
  • Antiphona Dabit ei Dominus
  • Psalmus 126 Nisi Dominus a 8 voci
  • Motectum Gaudete fideles a 2 voci con violini
  • Antiphona Virgo verbo concepit
  • Psalmus 147 Lauda Jerusalem a 8 voci
  • Motectum Plaudat mundus a 3 voci con violini
  • Capitulum
  • Resp. Br. Angelus Domini
  • Hymnus Ave Maris Stella a voce sola con violini
  • Versus Ave Maria, gratia plena
  • Responsum Dominus tecum
  • Antiphona Beata Mater
  • Magnificat a 8 voci
  • Versus Benedicamus Domino
  • Responsum Deo gratias
  • Antiphona Salve Regina a 4 voci

Il titolo Vespro della Beata Vergine evoca naturalmente subito la composizione di Monteverdi che porta questo titolo. L’opera del maestro cremonese fu pubblicata nel 1610 e nasce con la sequenza dei brani che la compongono. Questo Vespro di Orazio Tarditi invece non è un’opera organica, ma è costruito per questa occasione utilizzando salmi e mottetti pubblicati da questo autore in un lasso di tempo che va dal 1625 al 1663, cioè in un periodo centrale e piuttosto ampio del XVII secolo, secondo gli schemi liturgici del tempo. La scelta delle composizioni di musica sacra dalle raccolte di brani diversi, secondo le esigenze della liturgia costituiva d’altra parte la norma in un’epoca, come il ‘600, in cui la musica da chiesa conobbe una notevole fortuna musicale. I brani di Tarditi sono meno spettacolari di quelli di Monteverdi: una maggiore sobrietà e la ricerca di una spiritualità più raccolta sono i tratti caratteristici della scuola romana e della sensibilità camaldolese, l’ordine cui Tarditi appartenne. Ma anche in questo Vespro ritroviamo gli elementi generali della musica sacra seicentesca: l’utilizzo dell’organo e degli strumenti concertati con piccole “sinfonie”, la spazialità dei cori battenti, le alternanze soli-tutti con i subitanei interventi corali omoritmici e le pause improvvise ad effetto, le complesse imitazioni intrecciate  in passaggi e diminuzioni alternate con passi di grande forza assertiva posttridentina nella declamazione verticale del testo, la più raccolta preghiera dei canti solistici. La produzione musicale instancabile di questo monaco camaldolese fu così apprezzata, non solo durante la sua vita, che negli archivi di musica sacra di molte diocesi italiane si trovano opere manoscritte o a stampa di Tarditi, le quali evidentemente erano utilizzate per le diverse funzioni liturgiche. Su questo autore, nato  a Roma nel 1602 e morto a Forlì nel 1677, le poche notizie derivano dalle intestazioni o dalle dediche delle sue opere pubblicate. Divenuto monaco camaldolese a Ravenna, nel 1617, lo troviamo organista al Duomo di Arezzo nel 1625 e successivamente attivo nei più importanti centri camaldolesi: organista a San Michele di Murano nel 1629, maestro di cappella al Duomo di Volterra nel 1637, a quello di Forlì nel 1639, a Iesi nel 1644, a Sant’Apollinare in Classe nel 1647 e successivamente maestro di cappella al Duomo di Faenza, probabilmente fino alla data della morte. In questi spostamenti Tarditi continuò a comporre pubblicando a Venezia non solo una notevole quantità di messe, salmi e mottetti, ma anche qualche raccolta di arie e madrigali profani, dimostrando nel repertorio sacro la ricerca di una spiritualità profonda, e nel repertorio profano l’ampiezza degli interessi culturali propri del suo ordine. Nella produzione sacra, che resta comunque quella veramente importante, sono i mottetti a voce sola, o i duetti ad attingere il livello più alto nella cantabilità e nell’espressività (come in questo programma si vede in O Virgo benedicta), pur rivelandosi quest’autore non indifferente ai grandi sperimentalismi barocchi della musica sacra veneziana. Questo Vespro ricostruito qui per la prima volta per la festa dell’Annunciazione si propone di fornire un contributo alla conoscenza del ricco repertorio sacro italiano del seicento e di aprire un primo squarcio alla conoscenza di Tarditi e della cultura musicale camaldolese che ancora attendono una ricerca e un recupero storico.

Missa pro defunctis 7 v. (Excerpt) Ahi que dolor (excpert)