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Concerti in Basilica 2020

Hours and date:
martedì 15 Settembre-2020 at 21:15
Place:
Basilica Santa Eufemia Campo Patriarca Elia, 13, 34073 Grado GO
Tickets:
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CONCERTI IN BASILICA 2020

LA MUSICA SACRA IN FRIULI
tra sei e settecento

Programma

Esecutori

ORINDIO BARTOLINI (1580-1640)

  • Maestro di cappella del Duomo di Udine dal 1609 al 1635
  • Antifona Regina caeli a 8
  • Salmo XC Qui habitat in adiutorio altissimi a 8

GIOVANNI BATTISTA ALOISI (?-1655)
Maestro di cappella del Duomo di Sacile dal 1627 al 162

  • Mottetto O laeta dies a 4
  • Mottetto Audite gentes a 4
  • Mottetto En gratulemur hodie a 4
  • Mottetto O Sanctissima Virgo a 4

PAOLO BENEDETTO BELLINZANI (1670-1725)
Maestro di cappella del Duomo di Udine dal 1715 al 1721

Messa prima a 4 del 1717

  • Kyrie
  • Gloria
  • Credo
  • Sanctus
  • Agnus Dei

PIETRO ALESSANDRO PAVONA (1728-1786)
Maestro di cappella del Duomo di Cividale dal 1754 al 1786)

  • Vespro a 8
  • Salmo CXII Laudate pueri a 8
  • Salmo CIX Dixit Dominus a 8
  • Salmo CX Confitebor
  • Salmo CXI Beatus vir
  • Magnificat

Concerto Vocale
LA STAGIONE ARMONICA

Organo
ROBERTO LOREGGIAN

Direttore
SERGIO BALESTRACCI

Questo programma sacro parte dagli anni in cui, dopo il Concilio di Trento, la chiesa cattolica ristabilisce il suo primato non solo in Italia, per arrivare alla fine del settecento: dopo la conquista napoleonica e la fine della Serenissima tutto cambierà, e anche la musica in chiesa, dove, nell’ottocento, ci sarà una semplificazione dello stile cantabile e l’adozione predominante delle sole voci maschili, con o senza strumenti, secondo le possibilità finanziarie delle diverse cappelle. Non si può parlare di un modo friulano di fare la musica sacra, ma certamente il Friuli era ben inserito nell’avvicendamento e nelle sperimentazioni, soprattutto padano-venete che interessarono tutte le cappelle italiane e dei vicini paesi confinanti tra sei e settecento, soprattutto l’Austria, l’Istria e tutti quelle regioni ancora legate alla civiltà veneziana.
Orindio Bartolini non è friulano, viene da Arcidosso, allora nello stato di Siena, in Toscana, era sacerdote e nella giovinezza conobbe la realtà di diverse sedi vescovili e musicali, fino a quando, ancora giovanissimo divenne maestro di cappella a Udine, nel 1609, dove rimase per ben venticinque anni consecutivi. I due brani di quest’autore compaiono nella Compieta ch’egli pubblicò a Venezia nel 1613, poco dopo il suo arrivo a Udine, nell’intento probabile di mostrare la sua conoscenza del linguaggio musicale: si tratta di brani per doppio coro e organo, nel gusto policorale che i due Gabrieli avevano sviluppato a Venezia e che si era affermato anche fuori d’Italia. Da Udine Bartolini tornò poi in Toscana, dove fu per cinque anni maestro di cappella a Siena fino alla morte, nel 1640.
Con Giovanni Battista Aloisi ci spostiamo a Sacile, dove esisteva una piccola cappella. Minore conventuale, era nato a Bologna e nel 1624 era organista a Padova. Dal 1627 è maestro di cappella appunto a Sacile e dopo un anno pubblica tre raccolte di mottetti, mentre la quarta raccolta, intitolata Contextus Musicarum Proportionum, da cui sono presi i quattro brani qui in programma, fu pubblicata nel 1637, quando l’autore, dopo un breve soggiorno in Friuli, si trovava ormai a Vienna; questi pezzi testimoniano una musicalità e una spiritualità più profonde e meno spettacolari di Bartolini, anche per l’organico scelto, e anche se talora mostrano una religiosità di maniera
Paolo Benedetto Bellinzani, visse a Verona, circa fino ai suoi trent’anni, quando, nel 1715, venne eletto maestro di cappella al Duomo di Udine, quando questa istituzione mostrava già evidenti difficoltà di gestione economica. Qui Bellinzani rimase per cinque anni e nel 1721 lasciò Udine per Fabriano, quindi fu a Pesaro, Urbino, Fano, cessando la propria esistenza a Recanati nel 1757. Compositore di grande cantabilità, si cimentò con la musica liturgica, con l’oratorio, con la musica di intrattenimento (sonate per flauto); nel 1727 fu accolto nell’Accademia Filarmonica di Bologna, meritando una certa fama che ancora oggi è testimoniata dalla presenza delle sue composizioni non solo in varie città d’Italia, ma anche all’estero (Lisbona e Mosca). La messa qui presentata fa parte di una raccolta di quattro pubblicate proprio nel periodo del soggiorno friulano.
Pietro Alessandro Pavona finalmente è di Palmanova e diviene direttore della musica della cappella di Cividale dal 1754. La considerevole mole delle sue composizioni è tuttora conservata manoscritta nell’Archivio Musicale Capitolare di Cividale e testimonia un’attività continua riferita anche a diversi centri friulani come Grado e Tolmezzo. Solo quattro messe a quattro voci furono pubblicate nel 1770 e produssero una certa notorietà di quest’autore anche in ambito europeo. Le sue composizioni, sebbene spazino tra molteplici generi sacri, messe, requiem, inni, salmi, cantici, litanie, antifone, vespri, compiete, mottetti, lamentazioni, con e senza interventi strumentali e orchestrali, dimostrano un attento controllo del linguaggio musicale, ma in generale si pongono sulla scia di una tradizione precedente ormai superata, in un epoca in cui Mozart e Haydn già avevano mostrato le novità del classicismo.

SERGIO BALESTRACCI

Missa pro defunctis 7 v. (Excerpt) Ahi que dolor (excpert)